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La pianificazione finanziaria: individuiamo i nostri progetti di vita

Facciamo una doverosa premessa: anche focalizzarsi sull’accrescimento nel tempo del proprio portafoglio finanziario può essere una strategia ragionevole. In questo caso, il risparmiatore, spesso assistito da un consulente, decide come suddividere i propri soldi tra diverse classi di attivo (obbligazioni, azioni, liquidità, etc.) e all’interno di ciascuna categoria così soppesata, andrà a scegliere i relativi strumenti cercando di individuare quelli più adatti ed interessanti per raggiungere il suo obiettivo (in gergo tecnico, asset allocation). 

Segue un attento monitoraggio volto a controllare la coerenza del quadro generale e analizzare l’eventuale necessità di apportare quellemodifiche che il trascorrere del tempo e nuove circostanze potrebbero richiedere, come un ribilanciamento oppure una presa di beneficio. 

Ci troviamo, in questo caso, di fronte ad una attività gestionale importante e delicata ma, se si presta attenzione, anche “ragionevole”, come dicevo all’inizio. L’unico particolare è che si tratta di una strategia priva di un aspetto cruciale: il portafoglio della persona (o della famiglia) è completamente scollegato dai suoi bisogni e obiettivi reali. In altre parole, la consuetudine è spesso quella di focalizzarsi esclusivamente sull’accrescimento nel tempo del proprio portafoglio finanziario, ovvero nella ricerca una performance che sia il più elevata possibile in rapporto al rischio che si immagina di poter sopportare. 

> La pianificazione finanziaria: una visione differente 

Immaginare una pianificazione finanziaria vuol dire assumere un approccio piuttosto diverso,vuol dire individuare e dare un nome ai propri bisogni e progetti di vita e mettersi sulla strada giusta per realizzarlila priorità non è data da aspettative di carattere finanziario – che certamente permangono ma non rappresentano l’immediata priorità – ma dall’opportunità di fare alcune scelte importanti e di mantenerle nel tempo. 

Gli obiettivi che potremmo porci di raggiungere sono i più vari: potremmo voler prevedere un accantonamento a lungo termine per garantirci una pensione più sostanziosa, scongiurando il pericolo di sopravvivere ai nostri risparmipotremmo voler accantonare le risorse per un adeguato percorso universitario dei nostri figli o per l’acquisto di una seconda casa per le vacanze o, più semplicemente, per finanziare uno specifico consumo; potremmo voler iniziare con il separare una parte di quelle risorse che presumiamo potrebbero servirci in caso di imprevisti o di emergenze.  

Il caso Covid è stato emblematico in merito: sarebbe bastato blindare l’equivalente di alcune mensilità così da creare un cuscinetto temporale adeguato che ci avrebbe permesso di raggiungere una maggior sicurezza e continuità, seppur con minori soddisfazioni in termini di valore. 

> Le buone pratiche 

In ambito di pianificazione finanziaria, sarebbe bene creare specifici portafogli dedicati che siano tarati sul tempo necessario al raggiungimento degli obiettivi e coerenti finanziariamente al percorso da fare. 

Cosa significa? Che potremo anche permetterci un budget di rischio più consistente – ossia di sopportare le oscillazioni dei mercati – perché lo stesso verrà mitigato dall’orizzonte temporale che ci separa dal raggiungimento del nostro obiettivo, consentendoci delle performance più interessanti. 

Seppur quanto sto per dirvi possa risuonare paradossale, il mio consiglio è di non controllare con troppa frequenza gli andamenti di questi portafogli specifici ma di focalizzarci sulla meta finale. 

> Assumiamo un approccio diverso per stare al passo con i tempi 

Il processo di pianificazione finanziaria è naturalmente più articolato e necessita di essere declinato sulle esigenze di ogni singolo individuo o della sua famiglia: come al solito, in poche righe ho cercato di evidenziare la diversità di visione di questo approccio rispetto alla semplice asset allocation. 

Quel che mi preme ancora rimarcare, è l’importanza sempre più stringente di una filosofia di pianificazione in rapporto alle mutate circostanze che il contesto attuale sta facendo emergere e che, ne sono certo, ci accompagneranno per i prossimi anni: mi sembra evidente che l’emergenza pandemica abbia soltanto accelerato una tendenza già in atto da tempo e che ci mostrava alcune certezze in progressiva e profonda modificazione: un welfare che si va riducendo, una accresciuta autonomia di ciascuno di noi nella gestione del proprio percorso di vita. 

Claudio Cavallo