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Gli errori più comuni nel Processo di Investimento

Errare è umano 

Come in tutte le cose, anche in ambito finanziario esistono alcune regole base dalle quali non si dovrebbe mai prescindere in un corretto percorso di investimento: forse non sono veri e propri errori ma dei concetti che si integrano perfettamente con i temi che abbiamo trattato nei mesi scorsi. Se pensiamo a quando discusso in tema di pianificazione finanziaria o alle euristiche – gli errori cognitivi che ci conducono spesso fuori strada, li ricordate? – le tre raccomandazioni contenute in questo articolo emergono con facilità: 

>   Se non prevediamo di dover utilizzare a breve la nostra liquidità, è sempre meglio investirla: l’inflazione, con il trascorrere del tempo, può erodere in modo consistente la nostra ricchezza. 

È vero che negli ultimi anni abbiamo visto tassi inflattivi bassissimi, e oggi addirittura negativi, ma è bene in linea teoricagenerale tenere sempre presente questo concetto anche se al momento potrebbe sembrare irrilevante. Inoltre, le difficoltà attuali dovute alla pandemia, richiedono, in vista di una auspicata prossima ripresa delle attività, che si investa nell’economia reale per creare un circolo virtuoso. 

> Se non necessitiamo delle cedole e dei dividendi che derivano dal nostro investimento èassolutamente fondamentale reinvestire questi proventi. 

Si tratta della cosiddetta legge della capitalizzazione composta che, descritta con parole semplici, significa che ogni tipo di interesse che si viene a generare viene reinvestito e quindi concorre con il capitale iniziale a produrre nuova ricchezza. Le differenze che può generare la sua applicazione nel lungo periodo sono davvero importantiLo sapevate che Albert Einstein definì questa regola ottava meraviglia del mondo”? 

> È più importante il tempo che trascorriamo nel mercato piuttosto che sul mercato. 

L’illusione di poter anticipare i mercati posizionandosi con perfetta tempistica per approfittare in pieno di un’imminente risalita è, appunto, un’illusione e come tale falsata da un errore della nostra mente. 

Guardando a un arco temporale di 10 anni, rileviamo che sul lungo periodo ci sono circa 2500 giornate di contrattazione: in tutto questo fervore, sono soltanto le migliori 20 o 30 che determineranno la soddisfacente performance del nostro investimento. Impossibile sapere in anticipo quali saranno ma perderle sarebbe devastante e ci porterebbe in territorio negativo. 

Quindi, come vi dicevo, è più importante il tempo che trascorriamo “nel” mercato – senza spaventarci di oscillazioni anche forti e repentine – piuttosto che il tempo “sul” mercato alla ricerca del singolo momento.  

Tutto molto semplice e intuitivo quanto vi ho scritto quest’oggi, non credete? Però, come ben sappiamo anche se spesso tendiamo a scordarcelo, sono le cose semplici quelle più efficaci!

Claudio Cavallo